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A gennaio uno di noi ha avuto il piacere di partecipare al workshop “Lean & Green” organizzato da CUOA Business School sulle relazioni e sinergie che intercorrono tra le strategie tradizionali Lean e le pratiche virtuose Green.
Ci piace condividere in questo post un pensiero che ci avvicina molto al tema.
“Lean & Green” due temi consolidati se presi singolarmente, mentre il loro abbinamento è qualcosa di più esplorativo, che si sta scoprendo di giorno in giorno.
La Lean è una filosofia di management rivolta alla semplificazione del lavoro, alla riduzione degli sprechi e alla ricerca del miglioramento continuo.
L’impatto ambientale e sociale, il green, l’economia circolare sono tutti sinonimi che identificano un tipo di identità che si sta sempre più profilando nelle nostre aziende a seguito di una crescente sensibilità dei consumatori, di un evidente pressione dell’ambiente circostante, ma anche di una pressione conseguente dal punto di vista normativo.
Ma cos’è che lega questi due approcci?
Lean & Green hanno anzitutto un termine in comune che è spreco. Mentre la lean combatte qualsiasi attività o processo che non aggiunge valore (muda), il green si concentra sulla minimizzazione dell’impatto ambientale di prodotti e servizi.
Ma c’è dell’altro…
Nella nostra cultura esiste l’idea che qualcosa si inizia e si finisce. Un progetto, un nuovo prodotto, la fiera da lanciare… sono tutte iniziative che si aprono e si chiudono.
Nella cultura orientale e in natura, invece, non funziona in questo modo…come sappiamo l’ecosistema terrestre si rinnova attraverso infiniti cicli naturali. E proprio questa idea di circolarità si accomuna molto sia con l’approccio lean che con l’approccio green.
La Lean, con il metodo PDCA (Plan, Do, Check, Act), ci insegna che non esiste un finale, ma parte dall’assunto che la verifica (Check) dei risultati e il conseguente affinamento (Act) per garantire di raggiungere il risultato, siano solo la premessa per una nuova fase di analisi che condurrà a nuove azioni.
Nel green, la logica è la stessa.
Finora il modello economico tradizionale ha funzionato secondo un approccio lineare in cui si produceva un oggetto, lo si utilizzava e poi lo si gettava. Nell’economia circolare, invece, i prodotti e i materiali vengono mantenuti all’interno del ciclo e la fine di un prodotto non è più considerato uno scarto, ma l’inizio di un nuovo ciclo per un altro.
C’è poi anche una questione di strategia.
Quando parliamo di green o di economia circolare e di lean, il rischio è di diventare troppo operativi.
L’applicazione della lean e del più generale concetto di sostenibilità richiedono un importante cambiamento di mentalità che deve necessariamente partire dal vertice per diffondersi poi ad ogni livello organizzativo.
Michael Porter diceva:
L’aspetto essenziale di una strategia competitiva è mettere in relazione un’azienda con il suo ambiente.
Questo pensiero è condiviso dalla metodologia lean, che necessita del pieno coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti nella catena del valore, dai collaboratori, ai fornitori, ai clienti finali, per creare un robusto lean system.
E la sostenibilità? La sostenibilità per definizione è attenzione, dialogo, coinvolgimento tra l’azienda e il mondo che la circonda.
La lean si fonda su cinque principi, applicabili non solo in fabbrica ma in tutto il contesto aziendale, fondamentali per ottimizzare i processi e perseguire il miglioramento continuo.
Questi principi sono adattabili all’approccio sostenibile e all’analisi degli sprechi ambientali? Ma soprattutto, la loro applicazione, consente di ottenere dei reali benefici di carattere ambientale e sociale?
Prendiamo adesso i principi chiave della lean e per ognuno analizziamo se esiste una correlazione con l’impostazione di un business fondato su economia circolare e impatto sociale.
Il primo principio è il Valore
Se sono un venditore di trapani devo capire che “le persone non vogliono comprare un trapano con una punta da 6mm. Vogliono fare un foro da 6mm sul muro” (Cit. Theodore Levitt)
La lean ci dice che il punto di partenza è chiedersi il “perché”, capire perché le persone devono fare una determinata cosa, capire perché hanno bisogno di un certo servizio e così via.
Lo sguardo dunque deve essere fortemente rivolto al cliente. Identificare sin dall’inizio ed in modo chiaro i suoi bisogni. Porsi dalla sua prospettiva e definire ciò che egli percepisce come valore.
Partire con il valore significa che abbiamo compreso quale problema stiamo risolvendo al nostro cliente.
Questo è fondamentale anche nel mondo della sostenibilità. Se non partiamo dalla consapevolezza del perché stiamo facendo delle azioni green rischiamo di farle solo come pura esecuzione, in maniera compilativa e tirata dalla legge.
Il secondo principio è la Value Stream
Il secondo aspetto della lean è leggere il valore che fluisce lungo i processi. La mappatura del flusso di valore consente una maggiore comprensione delle attività e delle informazioni e mette in evidenzia i gap che non consentono di far fluire il flusso in maniera lineare.
Sette sono gli sprechi principali codificati dalla metodologia lean: Difetti di lavorazione; Scorte; Processi inutili; Attese; Spostamenti; Trasporti; Sovrapproduzione.
Questi sprechi possono essere riletti in chiave sostenibile in quanto possono avere effetti su terzi soggetti esterni, quali l’ambiente e le persone.
Prendiamo i difetti. Si tratta di lavorazioni scorrette, prodotti non conformi che portano reclami da parte del cliente e hanno come conseguenza la necessità di rilavorare il pezzo o di scartarlo, generando ulteriori costi della non qualità.
Pensiamo ad esempio ad una azienda di verniciatura di ante e pannelli destinati all’arredamento di alta qualità che, a seguito di una cattiva gestione dell’impianto robot, si ritrova con una percentuale elevata di pezzi non conformi che devono essere riverniciati.
Questo ha ripercussioni in termini di costi della vernice degli scarti, delle rilavorazioni e dei i tempi di fermo non pianificati, nonché di immagine con il cliente. Ma ha anche un impatto ambientale in termini di emissioni in atmosfera derivanti dall’utilizzo di polveri, vernici e solventi, nonché l’aumento di pannelli di legno utilizzati che si traduce in uno spreco di risorse.
Un altro muda sono i trasporti. Trasferire un prodotto significa rischiare danni, smarrimenti, ritardi e produce costi che non si traducono in benefici per il cliente.
Ma ha anche un effetto altamente negativo sui consumi di risorse e sulle emissioni, nonché sull’inquinamento acustico nelle zone urbane e, più in generale, sull’integrità dell’ecosistema.
Un esempio…. Zalando è famoso per la sua gestione dei resi. La piattaforma di moda tedesca si è subito resa conto che i clienti migliori sono anche quelli che restituiscono il maggior numero di articoli, pertanto, ha iniziato a usare i resi come un’ulteriore opportunità per consolidare i rapporti con clienti più inclini a spendere.
Zalando, come altri e-commerce, ha una politica dei resi molto più aggressiva rispetto a quella dei negozi tradizionali. Questo reso “facile”, dal punto di vista dell’impatto ambientale, quanti trasporti in più genera che potrebbero essere evitati se ci fosse la scelta giusta subito?
Il terzo principio è il Flusso
Secondo l’approccio lean le attività devono svolgersi senza interruzioni, creando un vero e proprio flusso continuo. Le attese, i grossi lotti di produzione, le scorte, le rilavorazioni ed ogni altra fonte di discontinuità sono nemici del flusso.
La rimozione degli ostacoli rappresenta una grande opportunità di miglioramento nell’efficienza qualitativa e quantitativa di una azienda, consentendo di focalizzare l’attenzione e gli sforzi sulla creazione di valore.
Nell’innovazione legata ai modelli di business, come quello sostenibile, la creazione di un flusso si riscontra nella capacità di creare coerenza e correlazione positiva tra i diversi aspetti del un nuovo business.
Il quarto principio è far tirare la produzione dal cliente (pull)
Una delle caratteristiche chiave della produzione snella è di impostare le attività secondo una logica pull, anziché push.
Con la strategia push, l’azienda anticipa i bisogni dei clienti con il rischio di produrre ciò che non serve e non produrre ciò che serve. Secondo la metodologia lean le attività devono essere, invece, “tirate” dal cliente, al fine di produrre solo ciò che è necessario e ridurre al massimo sprechi e inefficienze.
Anche le attività e le azioni sostenibili dovrebbero essere impostate con una logica pull, diversamente si corre il rischio di fare il green solo per sé stessi senza impattare realmente sul mercato.
In ambienti complessi ed incerti dov’è il consumatore che fa il mercato, tutte le conoscenze e le esperienze passate potrebbero non essere una guida a cui affidarsi per il futuro.
Per tale motivo, qualsiasi processo innovativo, lean o sostenibile, non può prescindere dall’ascoltare i clienti e coinvolgerli nello sviluppo dei prodotti e servizi che essi richiedono.
Il quinto e ultimo principio è la ricerca della perfezione
La perfezione, secondo la logica lean, è il punto di riferimento a cui si deve tendere attraverso il miglioramento continuo.
In un’azienda che adotta la metodologia lean, tutte le persone sono stimolate a migliorare continuamente in quanto riconoscono che è parte del proprio lavoro identificare gli sprechi per poterli eliminare e creare valore insieme.
Allo stesso modo, la transizione verso un modello sostenibile richiede la partecipazione e l’impegno di tutti nell’affrontare un importante cambio di paradigma socioeconomico e le numerose sfide ed incognite ambientali e sociali ad esso collegate.
In entrambi i casi la ricerca della perfezione deve diventare parte della routine quotidiana dell’azienda e del singolo.
Da quanto emerso è evidente che esistono delle connessioni tra le pratiche Lean e quelle Green, che va al di là del solo spreco.
I principi del Lean Thinking sono, infatti, catalizzatori dell’implementazione di un modello di business orientato alla sostenibilità, al sociale e all’ambiente.
In questa sinergia entrambe le parti sono influenzate in maniera positiva l’una dall’altra.
Essere lean è una questione di pensiero, azione e organizzazione, ma lo è anche essere green. Per puntare al miglioramento continuo, così come per puntare alla sostenibilità dobbiamo tutti noi per prima cosa ripensare alle nostre azioni quotidiane…in questo modo possiamo trovare la via giusta per essere competitivi e allo stesso tempo rispettosi dell’ambiente.