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Il coraggio di osare delle aziende italiane: tra imprenditori e samurai

Giovedì 26 maggio presso il Polo Tecnologico Alto Adriatico di Pordenone, Strategia&Controllo ha ospitato il Salotto di Management “Il coraggio di osare delle aziende italiane: tra imprenditori e samurai – Il caso della Malvestio Spa”.

Un interessante incontro moderato da Alessandra Gruppi, Presidente di Strategia&Controllo, che ha visto la presenza di Fabio Cappellozza, Presidente e Socio Fondatore di Considi, nonché co-autore del libro oggetto della conferenza e Marino Malvestio, CEO della Malvestio Spa, presente nel libro come esempio significativo di Imprenditore Samurai.

L’incontro è stato un viaggio attraverso il mondo dell’imprenditoria italiana, ispirato dal libro “Imprenditori e samurai: viaggio alla scoperta dei valori e dello spirito dei nobili guerrieri giapponesi nelle imprese”, che non racconta semplicemente la storia di 15 imprese italiane che ce l’hanno fatta, ma sottolinea il coraggio e l’intraprendenza che hanno avuto gli imprenditori in questione di esplorare nuovi mercati, affrontare rischi e cogliere nuove opportunità.

Il libro è stato il risultato del progetto Restart svoltosi in tempo di lockdown, durante il quale 20 imprenditori italiani – e non solo – si sono riuniti (virtualmente, s’intende) per condividere ansie, paure e speranze in un periodo storico che ha messo in ginocchio molti di noi e che pareva non lasciare scampo al mondo intero.

Ciò che Imprenditori e Samurai intende raccontare, quindi, è la storia di imprese italiane che, inconsciamente, hanno condiviso e condividono tuttora alcuni valori chiave.

Primo fra tutti il saper intraprendere, con passione e coraggio, cammini che potrebbero rivelarsi lunghi e tortuosi e che potrebbero non dare i risultati sperati.

A seguire, l’importanza della continuità di un’azienda, caratteristica innata nell’Imprenditore, che dimostra particolare attenzione nei confronti dei propri dipendenti, collaboratori e fornitori, e si preoccupa di come sarà il domani, con un occhio al tema della sostenibilità.

Tutto questo è strettamente correlato alla figura del Samurai, che non è solo il guerriero per antonomasia, ma è un soggetto molto più completo e aperto. Infatti, il Samurai è una persona dotata di onestà intellettuale e di una cultura molto estesa, sviluppata nel corso della vita grazie all’esperienza e agli errori commessi. In questo senso l’Imprenditore viene comparato al Samurai.

A testimonianza di tutto ciò abbiamo avuto il piacere di ospitare Marino Malvestio, Presidente della Malvestio Spa, azienda del padovano che da oltre 80 anni realizza attrezzature sanitarie e che, ad oggi, è presente in più di 50 paesi con un organico di 220 persone.

Quella della Malvestio Spa è una storia fatta di successi e di errori, che ha avuto inizio molto tempo fa.

L’azienda viene fondata nel 1937 da Guido Malvestio (padre di Marino) che, rimasto orfano di guerra, si vede obbligato a rimboccarsi le maniche e darsi da fare con le uniche cose che possiede: una cassetta degli attrezzi.

Inizia a lavorare in una ferramenta e a fabbricare le prime reti da letto in ferro. Col tempo si dedica anche alla creazione di banchi di scuola, per poi virare sui letti d’ospedale alla fine degli anni 60, che diventeranno il core business dell’azienda.

La Malvestio Spa cresce molto negli anni 80 e 90, ma è troppo assorbita dal mercato italiano. Elemento, questo, che scopriranno essere molto rischioso, soprattutto quando nel 2010 subiscono i tagli della Sanità fatti dal Governo.

Iniziano quindi ad esplorare i mercati dell’estero, alla ricerca anche di una nuova base produttiva. Si fa un primo tentativo con l’India e poi con la Turchia, ma il risultato non è quello sperato. Decidono quindi di cambiare modus operandi.

In accordo con il fratello, Marino e Giuseppe Malvestio, riconcentrano tutte le sedi nel padovano, specializzandosi nella produzione di letti da rianimazione. Una mossa saggia che proietterà la Malvestio Spa tra le prime cinque aziende al mondo di questo settore.

Nel 2020, con l’arrivo del Covid-19, l’azienda si ritrova ad avere una richiesta spropositata rispetto ai ritmi a cui era abituata, tanto che, per far fronte all’ingente domanda, ai vertici si vedono costretti ad aumentare le giornate lavorative a sette, con un’affluenza di dipendenti durante il week end del 60-70%.

Questa sarà dunque la prova del nove.

Nonostante i ritmi di lavoro serrati, l’azienda risponde positivamente, a testimonianza di quel senso di appartenenza e di attaccamento che si è creato nel corso degli anni nei confronti della Malvestio Spa.

“Le aziende sono degli organismi viventi – dice Marino – c’è un DNA. […] [La Malvestio] è quel tipo di azienda dove la differenza è che, non dico che ci sia una famiglia, perché c’è comunque una gerarchia e un ordine, però ci sono state persone che quando sono andate in pensione, se ne sono andate abbracciandomi. […] I fornitori li abbiamo sempre visti come un patrimonio dell’azienda. Alcuni lavorano con noi da più di 40 anni.”

L’incontro si è poi concluso con una riflessione sul tema del passaggio generazionale.

Marino Malvestio ha posto l’accento sulla volontà di “lasciare qualcosa in più di quello che ha trovato” e di dare sempre il buon esempio al figlio, lasciandogli comunque il giusto spazio per percorrere la propria strada e commettere i propri errori.

La differenza tra un manager e un imprenditore la fa il cuore e la fortuna

continua poi Cappellozza.

Se si vede la continuità solo in termini di passaggio generazionale, come un semplice lascito, l’azienda è morta. L’imprenditore deve saper riconoscere nell’altra persona quella fiammella che si accende. […] Le aziende, in termini di filiera, devono diventare sempre di più dei partner, ascoltando i propri clienti e fornitori. Questo significa fare l’Imprenditore Samurai.”