Decreto Cura Italia

Le misure previste dal Decreto Cura Italia

Dal Decreto Cura Italia all’equilibrio finanziario durante l’emergenza

Continuano gli appuntamenti virtuali con i Videosalotti 4.0, mercoledì 8 aprile abbiamo coinvolto Gianluca Fantini, Dottore Commercialista e Avvocato dello “Studio FCB e associati” di Udine.

SCARICA QUI IL PDF dell’intervento del Dott. Fantini.

L’intervento del Dott. Fantini si è concentrato sull’analisi delle misure previste dal Decreto Cura Italia aggiornato alle novità del 7 aprile 2020, affrontando poi il tema dell’equilibrio finanziario e della continuità aziendale.

Le principali misure a sostegno della liquidità delle imprese previste dal Decreto Cura Italia sono quelle degli articoli 49, 56 e 57 contenenti le misure istituzionali messe in atto per sopperire alla mancanza di liquidità delle imprese. Soldi mancanti nella gestione aziendale per effetto della crisi scatenata dall’emergenza sanitaria.

L’articolo 49 del Decreto Cura Italia potenzia il Fondo Centrale di garanzia per le PMI, istituito dalla legge 662/96 per agevolare l’accesso al credito delle PMI, strumento attraverso il quale il governo vuole favorire l’accesso al credito bancario per mezzo della garanzia pubblica. 

Beneficiarie del Fondo Garanzia sono le PMI così come definite dalla raccomandazione 2003/61/ce, imprese con meno di 250 dipendenti e meno di 50 milioni di fatturato oppure un totale attivo inferiore ai 43 milioni. Le imprese che vorranno accedere al credito bancario con garanzia pubblica si dovranno rivolgere all’istituto di credito il quale, una volta deliberata la pratica, potrà chiedere la garanzia da parte del fondo.

Che cosa ha introdotto il Decreto Cura Italia rispetto al normale funzionamento del Fondo Centrale di Garanzia? 

La misura emergenziale ha mantenuto la struttura e le caratteristiche dell’istituto, tuttavia ne è stata ampliata la portata incrementando l’importo massimo della garanzia offerta e introducendo alcune semplificazioni per l’accesso alla garanzia medesima. 

In modo sommario possiamo riassumere le novità in punti:

  • è stata elevata la soglia massima di intervento, pari a 5 milioni
  • sono soppresse le commissioni per l’istituzione della pratica
  • le garanzie sono ammesse sia in caso di ristrutturazione del debito sia nel caso di  ampliamento della finanza aziendale
  • è stata innalzata la soglia di copertura delle tranche junior relativamente alle operazioni di finanza strutturata
  • il merito creditizio verrà valutato solamente sotto un profilo economico finanziario, trascurando quello andamentale. Le imprese già in crisi sono escluse da queste misure.

A questi strumenti, tesi a favorire il reperimento di nuova finanza, si aggiunge la moratoria ex legge prevista dall’art. 56 del DL 18/20 cui le imprese potranno accedere previa il rilascio di una autodichiarazione nella quale dichiarino la sussistenza di una temporanea crisi di liquidità connessa all’emergenza sanitaria. Moratoria che prevede il congelamento delle linee a revoca ed autoliquidanti e la posticipazione delle rate per tutti quei finanziamenti a scadenza, come mutui e leasing. Tale strumento per certi versi replica la moratoria già prevista nell’Accordo ABI per il credito 2019, ed oggi estesa dalla stessa ABI ai finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020.

Ad oggi l’uscita del c.d. Decreto Liquidità Il DL 23/2020 ha introdotto una nuova forma garanzia, al fine di assicurare la necessaria liquidità alle imprese italiane colpite dal Covid-19, che potrà essere rilasciata da SACE fino al 31 dicembre 2020 al fine di agevolare l’erogazione di finanziamenti alle imprese, principalmente di maggiori dimensioni, essendo alle PMI prioritariamente destinato lo strumento del Fondo centrale di garanzia. Tra le condizioni di accesso si evidenzia la necessità che al 31 dicembre 2019 l’impresa richiedente non sia stata compresa tra quelle “in difficoltà” e al 29 febbraio 2020 non sia stata classificata tra le posizioni deteriorate. 

È bene precisare che i suddetti interventi sono nei fatti iniezioni di liquidità veicolate attraverso il sistema bancario e garantite dallo Stato e porteranno, nella maggioranza dei casi, ad un incremento, anche significativo, dell’indebitamento. Bisogna ricordare che gli effetti di decisioni non supportate da un’adeguata pianificazione finanziaria potrebbero pertanto tradursi in un deterioramento dei ratios patrimoniali con conseguenze negative in termini di rating e di futuro accesso al credito.

Da qui il necessario accompagnamento di tali misure anche con una rinegoziazione con i fornitori dell’impresa per chiedere una riduzione dei contratti stipulati e ricondurli al principio di equità.

L’emergenza sanitaria del Covid-19 sta avendo rilevanti ripercussioni sul tessuto socio – economico del Paese. I danni a livello produttivo saranno sicuramente di proporzioni significative ed inevitabilmente impatteranno sulla chiusura dei conti annuali. 

Visto il momento congiunturale in cui la pandemia si è diffusa l’impatto della stessa interessa inevitabilmente sia i bilanci 2019, alcuni dei quali di prossima approvazione, sia i bilanci 2020.

Ciò premesso, si dà evidenza del fatto che il decreto liquidità ha previsto norme ad hoc in materia di “sospensione” del principio della continuità aziendale quale presupposto per la valutazione delle poste di bilancio secondo la normale prospettiva della continuazione dell’attività; tale misura di carattere eccezionale è riferita ai conti annuali degli esercizi 2019 – 2020 per le sole società “sane”, ovvero di quelle che che in assenza di Covid-19 non avrebbero avuto problemi di going concern, ma che allo stato attuale  si trovano ad approvare il bilancio senza una reale percezione del futuro. 

Altra misura di sostegno alle imprese, almeno nelle intenzioni del legislatore, è stata la proroga dei termini di versamento di imposte e contributi. Misura che seppure non gestita in maniera organica, e ricca di eccezioni e di diversi presupposti per la sua applicazione, nella sostanza ha consentito e consentirà per alcuni soggetti la sospensione dei versamenti in scadenza a tutto maggio p.v. Non trattandosi di uno sconto fiscale/contributivo, ma semplicemente di una dilazione di pagamento non onerosa, l’impatto dell’agevolazione non potrà essere trascurato nella redazione dei budget di tesoreria di prossima redazione così come nelle valutazioni in ordine alla struttura delle fonti e degli impieghi.

Chiude il webinar dedicato alle misure del c.d. Decreto Cura Italia, Gianmarco Zanchetta – Senior Advisor Finanziario, partner Strategia&Controllo – con una manifestata preoccupazione per lo scenario finanziario delle imprese.

L’imprenditore oggi affronta il mercato con una consapevolezza imprenditoriale diversa, la cognizione che questa è una guerra, anche finanziaria.

Fermarsi ad una analisi puramente finanziaria in realtà è fuorviante perché la portata di questa crisi va letta nella sua dimensione più ampia. Non è infatti una battaglia circoscritta all’ambito finanziario, ma una guerra che colpisce l’impresa nella sua interezza: settore di riferimento, ambito competitivo, tipologia di prodotto.

Lo scenario del Covid-19 ci deve abituare a misurare l’impresa rispetto all’ambiente nel quale opera, sia nell’emergenza sia nella continuità dell’impresa. Ridurre il monitoraggio e la misurazione dell’impresa solo all’ambito finanziario distorcerebbe l’effetto lenitivo delle misure messe in campo con i decreti governativi.

Serve comprendere che ogni impresa appartiene ad una filiera, alcune volte mondiale, nella quale esistono tempistiche e modalità di approccio diverse al business, e finché questa emergenza Covid-19 non sarà finita nessuno potrà conoscere i tempi di rimessa in moto del tessuto produttivo. Dovremo vivere con l’incertezza economica mondiale ancora per dei mesi e solo al termine dell’emergenza, quando il mondo sarà guarito, sapremo misurare effettivamente le nostre necessità e i nostri progetti. Fino ad allora avere chiara la situazione sarà molto complicato.

Quali sono allora i consigli e le azioni che si possono suggerire agli imprenditori da portare oggi stesso in azienda?

  • Misurare l’impatto dei flussi di cassa sul fatturato
  • Stimare i possibili ritardi di pagamento da parte dei client
  • Analizzare le conseguenze sul ciclo monetario
  • Valutare la propria capacità di indebitamento 

Ancora una sfida inedita per l’imprenditore ed il management, da raccogliere e alla quale rispondere anche con un piano industriale articolato nel quale inserire l’intervento finanziario.

Cosa si può scrivere sul piano industriale in condizione di totale imprevedibilità?

Scrivere oggi un piano industriale è come scrivere sull’acqua e la banca continua a rispondere con le vecchie munizioni.

La banca oggi deve deliberare senza piani, ma servirà sicuramente in futuro per capire un pò di più dell’azienda, del suo ambito competitivo, del suo settore di appartenenza, delle sue performance perché oggi le banche stanno deliberando senza dati alla mano, senza comprendere il business dell’impresa. 

Quali strategie per le imprese?

Anche qui il contributo è chiaro:

  • Organizzare: fare il piano di contingenza, senza pensare che passerà. Un responsabile per il team, una persona che abbia il carisma per aiutare il gruppo
  • Monitorare e stabilizzare la catena dei fornitori e la gestione del magazzino. Definire il tipo di partnership da costruire con i nostri fornitori. Il sistema deve essere adeguato e flessibile all’offerta, la produzione e i consumi saranno ben diversi, non sarà più la stessa cosa.
  • Rafforzare la catena della clientela, rassicurare la continuità aziendale anche se con un fatturato inferiore. 
  • Redigere un piano finanziario a breve termine per evitare grossi problemi nella continuità dell’impresa. Attenzione a costi ricavi cash flow di liquidità.
  • Prioritizzare: definire le azioni da mettere subito in campo per evitare di essere presi alla sprovvista. Gestire le cose più stabili, che conosciamo meglio.
  • Comunicare in modo trasparente con clienti e fornitori perché in tutti c’è la volontà di aiutarsi

C’è anche un altro punto aperto dall’emergenza Covid-19, l’opportunità di farsi aiutare da altre imprese, aprire cioè l’impresa ad operazioni di finanza straordinaria. Aggregazioni per creare aziende sufficientemente importanti per affrontare un mercato diverso e un momento critico, perché questo è un cambiamento epocale.